SIVIGLIA: IL SOLE DELL’ANDALUSIA, L’OMBRA DEGLI ARANCI

Viaggiare low cost può avere dei vantaggi, anche se non hai il posto assegnato. Il mio vicino è simpatico, è un sivigliano doc e parla perfettamente italiano.

Così comincia a parlarmi della sua città e a dispensarmi preziosi consigli. Le sue sono parole d’amore per quella che mi dice essere la quarta città più bella del mondo, magari esagerando un po’ (ma questo lo penserò dopo). Del resto gli spagnoli dicono “Quien no ha visto Sevilla, no ha visto maravilla”. Quindi non resta che scoprirla.

Cominciate con una bella passeggiata partendo dal centro, dalla zona pedonale attorno all’imponente Cattedrale Di Siviglia, che sorge sull’antica moschea di cui conserva alcune caratteristiche, e al Real Alcazar, il più antico palazzo reale d’Europa. Un luogo magico che vi farà credere di essere finiti magicamente a Marrakech. Sì, perché come forse già saprete in Andalusia la commistione tra la cultura musulmana e cattolica ha lasciato in eredità soluzioni architettoniche davvero uniche.

Dirigetevi poi fino al parco di Maria Luisa e a Plaza de España, monumento imponente a forma circolare in mattoni e ceramica, circondato da un canale dove si possono noleggiare barche a remi per 5 euro: prezzo accettabile in fin dei conti  per un momento di romanticismo (il tour del centro storico della città con le carrozze a cavallo è sicuramente più caro!).

Proseguendo nella passeggiata nel parco scoprirete Plaza America su cui si affacciano antichi palazzi ancora una volta di stili diversi, come il gotico Padellon Real, il museo archeologico in stile plateresco e il Museo delle arti e dei costumi popolari, padiglione mudèjar che ricorda il palazzo di un sultano. Una Curiosità: è stato utilizzato spesso come set cinematografico.

Da qui è facile raggiungere il lungofiume del Guadalquivir che potete percorrere fino alla Torre de Oro. I cocktail bar con i tavolini affacciati sull’acqua invitano a prendersi una pausa, meglio se nel tardo pomeriggio quando il sole scende sulla riva opposta. Il New York, in particolare, offre sdraio e comode poltrone e una vista meravigliosa. Chi arriva fino al ponte Isabella non può fare a meno di notare il Mercado Lonja de Barranco, spazio chic ricco di stand gastronomici dove all’interno (o sulla terrazza da cui si vede il fiume), si gustano vino, tapas creative e bicchieri di cerveza a volontà (che costano meno dell’acqua minerale!). Il mercato, che ricorda il famoso mercato coperto di  Madrid, è aperto a tutte le ore, dalla colazione al dopocena.

 

Attraversando il ponte si arriva al quartiere di Triana. Qui i negozi dell’antico mercatino coperto, gli immancabili locali di tapas e di flamenco regalano la tipica atmosfera andalusa. La sera si accendono i bar sulle sponde del fiume e in particolare dalla terrazza panoramica del Faro di Siviglia si gode di un’indimenticabile vista by night. Torniamo in centro, a due passi dalla cattedrale per qualcosa di più cool: il cocktail bar dell’Eme Hotel è l’ideale per cenare o bere un drink affacciati sulla Giralda, la torre che fa parte dell’antica chiesa. Dall’ingresso dell’hotel si accede a tante piccole terrazze su più livelli collegate da ponti in legno e scale scenografiche che ospitano barman, ristorante e dj set. Per confondervi con un “local” potete darvi “all’alemedeando”. Non vi sto insultando: è il “pellegrinaggio” tra i bar, come lo chiamano qui. La via Matteos Gago e la piazza Alameda de Hèrcules sono piene di posti per bere una birra sui tanti tavolini all’aperto, anche a gennaio! Del resto siamo in Andalusia, il cielo è sempre blu e ci sono quasi 20 gradi (di sera invece fa freddino, ma nessuno qui sembra farci troppo caso).

 

 

Favorevoli o contrari alla corrida? Ad ogni modo la Plaza de Toros di Siviglia è la più antica di Spagna, ma tenete presente che gli “spettacoli” si svolgono solo da aprile a novembre. L’arena è comunque aperta anche nel resto dell’anno, per un breve tour con sosta al museo. L’ingresso con visita guidata costa 8 euro (è in spagnolo e in inglese, ma è perfettamente comprensibile anche a chi mastica poco le lingue). Altro must è il flamenco. Gli spettacoli si svolgono un po’ ovunque e in qualunque periodo dell’anno, anche se bisogna fare attenzione alle “trappole per turisti” che si nascondono in certi locali poco genuini e molto costosi. Il mio amico sivigliano mi ha consigliato di andare nei locali di Calle Betis, lungo il fiume  nel quartiere di  Triana. Nel centro storico, invece, mi è capitato di passare a La Carboneria. Qui l’ambiente è un po’ spartano, ma sicuramente originale e “tipico”, sorta di circolo culturale con tanto di caminetto e pianoforte.

 

 

Siviglia è certamente tradizione, ma anche l’arte contemporanea ha lasciato il segno. Esempio: il Metropol Parasol, dell’architetto Jürgen Mayer-Hermann, coppia di terrazze panoramiche simili a funghi collegate tra loro da percorsi dalle forme fluttuanti. I sivigliani le chiamano ironicamente “los setas”, funghi appunto,  è un’opera che riflette il cambiamento in corso in questa città in cui l’attaccamento alle tradizioni è fortemente radicato, ma in cui a tratti si fa strada la modernità. Se sia un bene o un male, giudicatelo voi!

Segno distintivo? Curiosità al 100%. Voglia di scoprire, sperimentare, sapere. Lavoro nel campo del marketing e della comunicazione, ho un debole per la moda e la danza. La mia dimensione ideale è il viaggio, la valigia (ammetto non perfetta, ma piena di cose inutili) il mio accessorio preferito, ma mai l'unico!In fondo sono una gemelli, inquieta e poco costante, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.

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