La Rai Anni ’70 alla Fondazione Prada

Un grande blob in un allestimento sontuoso. Francesco Vezzoli, artista italiano contemporaneo tra i più apprezzati e riconosciuti a livello internazionale, porta alla Fondazione Prada il meglio, il celebre e l’insolito, il curioso, le chicche della produzione Rai degli anni Settanta. Il risultato è TV70: Francesco Vezzoli guarda la Tv, un viaggio che è qualcosa di più di un’immersione nell’immaginario collettivo fatto di ricordi e suggestioni, sogni e bisogni in un paese sospeso e in fase di cambiamento tra l’impegno e i timori degli anni Sessanta e le frivolezze degli anni Ottanta. Con tutte le contraddizioni dell’epoca. In un frullato pop, spesso kitsch, che va da Raffaella Carrà ai bianco e nero di Mina e Celentano, dalle tribune politiche alle manifestazioni delle femministe, dai referendum su divorzio e aborto ai varietà già da tempo diventati cult come Milleluci, Stryx, C’era due volte. E poi, tanto per citare, Gina Lollobrigida fatina azzurra di Pinocchio, i Clown di Fellini, La strategia del ragno di Bertolucci, L’albero degli zoccoli di Olmi, Dario Argento.

 

 

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Haunted House, Fondazione Prada

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Fondazione Prada, Largo Isarco 2, Milano

 

 

Dice Francesco Vezzoli, che nella sua pluripremiata carriera ha sempre amato coniugare l’alto e il basso, i miti pop e i grandi artisti: “Con questo progetto ho voluto realizzare un percorso rischioso e denso, duro quando l’argomento lo richiede, ma anche divertente e surreale. Un’indagine vera sul costume contemporaneo e sulle sue radici, ma con un senso critico sull’oggi. La televisione degli anni Settanta produceva riti e, di conseguenza, miti assoluti e duraturi che ancora oggi, riproposti in questa mostra, possono ispirare scelte non convenzionali”.

 

Il percorso espositivo, esaltato dalla magia di un luogo come la Fondazione Prada, gioca tra luce e buio alternando i filmati provenienti dagli archivi delle Teche Rai a una serie di dipinti, sculture e installazioni, articolandosi in tre sezioni distinte. Nella prima la Tv pubblica gioca di rimbalzo con l’arte, riflettendo sull’impiego artistico e sperimentale del mezzo televisivo, con filmati rari di grandi artisti al lavoro. La seconda sezione è dedicata alla politica, ai grandi cambiamenti sociali in atto in quel periodo. La terza parla di intrattenimento, anche per ragionare su libertà sessuale e corpo femminile. Gran finale nella sala Cinema con un grande blob.

Fino al 24 settembre 2017.

Tutte le info le trovate qui.

 

 

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