UNTITLED (INTRO) IN MOSTRA A SERAVEZZA FOTOGRAFIA

A Seravezza, città d’arte e terra medicea, ha luogo dal 2004 un’importante manifestazione di respiro internazionale  Seravezza Fotografia.

Nella preziosa cornice del Palazzo Mediceo,  recentemente insignito del  prestigioso riconoscimento di patrimonio mondiale Unesco, hanno esposto nel corso delle scorse edizioni della rassegna i più noti autori del panorama fotografico degli ultimi cinquat’anni (Walter Rosemblum, Peter Witkin, Giovanni Umicini, Erwin Olaf, James Nacthwey e Gianni Berengo Gardin, solo per citarne alcuni).

Accanto ai grandi nomi,workshop e approfondimenti,  la manifestazione dà spazio però anche a giovani emergenti. Per  la XIV edizione 2017  la Galleria La Seravezziana ospita dal 17 febbraio al 19 marzo Untitled (intro) di Stefano Viti che presenta il primo lavoro artistico dopo anni di esperienza come fotografo di moda. Un progetto che nasce da un lavoro che il fotografo ha fatto, prima di tutto, su se stesso.

«Ho cercato di distaccarmi il più possibile dai miei studi tecnici e lasciarmi andare al puro istinto cercando di abituare i miei occhi ad un nuovo modo di vedere le cose che non fosse più finalizzato a piacere a qualcuno, ma all’esprimere ciò che avevo dentro”. Stefano ha accumulato tante esperienze lavorative importanti, collaborando con vere icone e mostri sacri del settore, ma ha sempre cercato ispirazione al di fuori dal mondo patinato della moda e delle riviste.

È un viaggiatore, non un turista. Parte spesso, anche da solo, per osservare e immergersi totalmente nelle nuove realtà, conoscere altri modi di vivere e pensare. Ma l’ispirazione per i suoi lavori artistici non si alimenta di esperienze straordinarie, ma al contrario dall’ordinario. «Sento l’influenza della vita, del quotidiano, della routine. L’influenza delle cose banali».

Nonostante viva a Milano, ha bisogno di mantenere un contatto costante con la natura «Il mio rapporto con la natura è quotidiano, assiduo, viscerale. È un rapporto profondo, istintivo e un legame Unico».

Questo rapporto simbiotico con la natura ha influenzato il tuo lavoro artistico?

«Certamente. I miei lavori mirano ad analizzare la coscienza e la psicologia umana, sotto l’aspetto sociologico, affrontando la relazione uomo-natura. Le complesse relazioni che ne scaturiscono generano un’alterazione dell’io e della natura stessa L’uomo fa parte della natura, la influenza e ne viene influenzato, lo stesso accade tra gli individui».

Cosa rappresenta per te la tua prima esposizione?

«Per me esporre un progetto è la chiusura di un cerchio, la fine di un percorso dalla nascita di un pensiero, allo scatto , alo sviluppo, alla post-produzione. Ho iniziato a scattarlo nel 2014. La mostra rappresenta la concretizzazione di qualcosa che era solo nella tua testa rendendola fruibile a tutti».

Untitled è il non-nome della mostra. Una scelta che lascia già intendere qualcosa sull’intento dell’autore.

«In questo progetto interpreto l’inconscio dei soggetti attraverso ritratti astratti di singoli e coppie. L’individuo soffocato e oppresso cerca di nascondersi, proteggersi.

I miei scatti vogliono esprimere il disagio di alcune personalità più sensibili di fronte alla costante contemporanea idealizzazione dell’apparire, dell’essere social. Si arriva così a un punto di rottura nella comunicazione. “Untitled” descrive questa rottura».

C’è uno scatto che preferisci tra quelli esposti.

«È difficile per me sceglierne una. Sicuramente il ritratto della donna in acqua con i capelli sul volto è un’immagine diretta, cruda, che esprime perfettamente lo stato d’animo del soggetto. I capelli sembrano rami, l’avvolgono, la soffocano, lei resiste. Il “punctum” della foto è proprio in questo momento di stasi, non si capisce cosa succederà un attimo dopo».

A chi dedichi questo lavoro?

«Alla mia compagna che è un valore aggiunto in tutto quello che faccio e spesso collabora nei miei percorsi artistici, fornendomi un aiuto esterno razionale importante».

Untitled è la sintesi perfetta della cifra artistica di Stefano Viti che non ama le definizioni e le categorizzazioni. “Tutto oggi cambia velocemente e con se l’arte, non c’è tempo per questo. Mi piace pensare liberamente, senza vincoli di appartenenza”.

Un giovane fotografo di talento, uno storico borgo toscano in Versilia, un’importante rassegna fotografica.

Sicuramente una combinazione da prendere in considerazione per un week end all’insegna dell’arricchimento culturale.

 

1531856_10202353611994261_791352631_n STEFANO VITI

Nato a la Spezia, scopre la fotografia molto giovane grazie al padre che gli prestò una macchina fotografica analogica per andare allo stadio.

A 22 anni si trasferisce a Milano per frequentare una scuola di fotografia. Seguono sette anni di viaggi e lavori come assistente per molti fotografi internazionali. A 30 anni inizia la sua carriera come fotografo freelance nella moda. Oggi ha scelto di indirizzare la sua ricerca e il suo lavoro verso progetti artistici segnati da una forte sperimentazione astratta.

 

 

Ho iniziato a guardarmi dentro e intorno, tralasciando i vincoli commerciali di sempre.

SCHEDA DELLA MOSTRA 

Titolo: Untitled (Intro)

Sede: Galleria La Seravezziana

Date: dal 17 febbraio al 19 marzo 2017

Per informazioni: http://www.seravezzafotografia.it/it/mostre.html

 

Segno distintivo? Curiosità al 100%. Voglia di scoprire, sperimentare, sapere. Lavoro nel campo del marketing e della comunicazione, ho un debole per la moda e la danza. La mia dimensione ideale è il viaggio, la valigia (ammetto non perfetta, ma piena di cose inutili) il mio accessorio preferito, ma mai l'unico!In fondo sono una gemelli, inquieta e poco costante, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.

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